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17 Partnership per gli obiettivi

Qual è l’aiuto ai Paesi in via di sviluppo?


Aumenta il debito pubblico, si riducono gli aiuti per la cooperazione allo sviluppo. 

Le nazioni ricche destinano circa lo 0,31% del loro reddito nazionale agli aiuti internazionali (RNL). Si tratta di una percentuale ben lontana dallo 0,7% promesso nel 1970 e confermato nell’Agenda 2030. Solo cinque Paesi del mondo - Svezia, Norvegia, Regno Unito, Lussemburgo e Danimarca – mantengono il loro impegno. Anche la Germania, che nel 2016 si era unita al «club dello 0,7%», è ora retrocessa sotto quella soglia per effetto in parte del calo della spesa nell’accoglienza dei rifugiati sul territorio nazionale.
L’Italia nel 2017 ha speso circa 5 miliardi di euro, pari allo 0,29 del reddito nazionale per aiutare i Paesi in via di sviluppo. Gli aiuti pubblici però sono diminuiti nel 2018 del 2,7%, rispetto al 2017. Dopo sei anni di aumento costante, nel 2018 la spesa per Aiuto pubblico allo sviluppo (APS) in Italia è diminuita in modo significativo con una riduzione del 21,3% in termini reali rispetto al 2017, cifra destinata a scendere ancora.
Inoltre, alcuni target del Goal 17 previsti dall’Agenda 2030 dovrebbero essere raggiunti entro il 2020. Tra questi, rientra quello di aumentare in modo significativo le esportazioni dei Paesi in via di sviluppo, ma per l’Italia la quota di importazioni dai Paesi in via di sviluppo è sostanzialmente costante tra il 2011 e il 2018, segno che il Paese non è in linea con l’obiettivo fissato.

Lavoro sul testo
  1. Perché a livello europeo si sono ridotti gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo? 
  2. Qual è la situazione dell’Italia?
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