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8 Lavoro dignitoso e crescita economica

La lotta contro il lavoro minorile


Due Nobel per la pace si battono per strappare milioni di bambini alla schiavitù e garantire loro un’istruzione adeguata.

Il Bangladesh è uno dei Paesi più poveri al mondo e, in base a recenti stime effettuate dall’Unicef, 26 milioni di bambini vivono sotto la soglia di povertà, molti dei quali si trovano nella capitale, Dacca. Il 66% delle donne tra i 20 e i 24 anni si è sposato prima di aver compiuto 18 anni e solo il 37% dei bambini viene registrato all’anagrafe al momento della nascita.
Circa 4 milioni e mezzo di bambini vengono impiegati in condizioni di semischiavitù in settori potenzialmente pericolosi come quello delle costruzioni, delle riparazioni elettriche, delle fabbriche di tabacco o ancora nella raccolta dei rifiuti e nella guida dei risciò.
Il Premio Nobel per la Pace 2014 è stato assegnato all’indiano Kailash Satyarthi, di 60 anni. Sin dagli anni Novanta è impegnato nella lotta contro il lavoro minorile con la sua organizzazione Bachpan Bachao Andolan. La sua azione ha liberato almeno 80.000 bambini dalla schiavitù, favorendo la loro reintegrazione nella vita sociale. Negli oltre 25 anni di attività a difesa dei diritti dei minori, Satyarthi ha partecipato a numerose campagne internazionali, attirando su di sé l’attenzione dei media di tutto il mondo. Nel dicembre 2011 la sua organizzazione ha pubblicato uno studio in cui si rivelava che in India scompaiono 11 bambini ogni ora perché vittime del vasto traffico di esseri umani esistente nel Paese. Satyarthi ha dedicato il Nobel ai bambini che vivono in schiavitù.
Insieme a Kailash Satyarthi, il Nobel per la Pace 2014 è stato consegnato a Malala Yousafzai, una ragazzina nata in Pakistan nel 1997 e vittima di un attentato talebano nel 2012 perché difendeva il diritto delle bambine all’istruzione.
A vincere il Nobel «per la loro lotta contro la repressione dei bambini e dei giovani e per i diritti di tutti i bambini all’istruzione» sono stati quindi una diciassettenne pakistana di religione musulmana e un sessantenne indiano di fede indù: si tratta quasi di un paradosso per la regione indiana. Durante la cerimonia per la consegna del premio Nobel per la pace Malala ha dichiarato: «Sono grata del fatto che possiamo essere qui insieme e mostrare al mondo che un indiano e una pachistana possono stare insieme in pace e lavorare insieme per i diritti dei bambini. […] Questo premio non è solo per me è per i bambini dimenticati che vogliono un’istruzione, è per i bambini spaventati che vogliono la pace è per i bambini senza voce che vogliono il cambiamento. Sono qui per i loro diritti, per dare loro voce… Non è il momento di averne compassione è il momento di agire, per fare in modo che sia l’ultima volta che a dei bambini è sottratta l’istruzione».
 

Lavoro sul testo
  1. In quali altre zone del mondo è frequente l’utilizzo di manodopera minorile?
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