«Là dove si abbattono gli alberi e si uccide la fauna, i germi del posto si trovano a volare in giro come polvere che si alza dalle macerie» (D. Quammen).
Molte delle cosiddette malattie emergenti – come Ebola, AIDS, SARS, influenza aviaria, influenza suina e oggi il nuovo coronavirus (SARS-CoV-2 definito in precedenza come CoVID-19) – non sono eventi catastrofi casuali, ma la conseguenza del nostro impatto sugli ecosistemi naturali.
L’uomo con le proprie attività ha alterato in maniera significativa i tre quarti delle terre emerse e i due terzi degli oceani, modificando a tal punto il Pianeta da determinare la nascita di una nuova epoca denominata “Antropocene”.
Molte pandemie degli ultimi decenni hanno origine nei mercati di metropoli asiatiche o africane dove si riscontra il commercio illegale o incontrollato di animali selvatici vivi, di scimmie, di pipistrelli, di carne di serpente, scaglie di pangolini, e tanti altri rettili, mammiferi e uccelli. Si creano in questo modo pericolose opportunità per il contatto tra l’uomo e le malattie di questi organismi, offrendo il fianco allo sviluppo di vecchie e nuove zoonosi, ovvero di malattie infettive che possono essere trasmesse dagli animali all’uomo.
[Esistono] collegamenti, in larga parte ancora poco noti, tra le nostre azioni sugli ecosistemi e la biodiversità e le conseguenze che queste hanno sulla diffusione di alcune malattie e quindi sulla salute pubblica, fino alle condizioni socio-economiche delle nostre società.
In questa prospettiva l’attuale pandemia di coronavirus SARS-CoV-2 che sta mettendo in seria crisi il mondo offre lo spunto per un approfondimento del rapporto uomo e natura sempre più globalizzato. […]
Conservare la natura e restaurare gli habitat danneggiati rappresenta uno strumento essenziale per preservare la nostra salute e il nostro benessere.
da I. Pratesi (a cura di), Pandemie, l’effetto boomerang della distruzione degli ecosistemi, WWF Italia Onlus, Roma 2020
- Perché la pandemia da coronavirus non è un evento catastrofico casuale?
- In che modo possiamo contribuire a preservare la nostra salute?