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15 La vita sulla terra Presentazione dell'Obiettivo 15 La progressiva scomparsa delle foreste equatoriali Pandemie e distruzione degli ecosistemi Un esempio di ecosistema: piante e animali di alta montagna Deserti coltivati La deforestazione La distruzione della biodiversità La riduzione della foresta equatoriale Obiettivo 15 - Sitografia ragionata
15 La vita sulla terra

La progressiva scomparsa delle foreste equatoriali


Il “polmone verde della Terra” sta scomparendo a un ritmo vertiginoso.

Nel corso dei millenni, dalla diffusione della specie umana sulla Terra, l’uomo ha sempre considerato le foreste equatoriali un bene illimitato di cui servirsi: i suoi interventi, che consistevano in incendi e disboscamenti, non risultavano però troppo devastanti, perché gli uomini di allora erano pochi e disponevano di attrezzi modesti. Le foreste avevano dunque il tempo di rigenerarsi.

La situazione è cambiata nella seconda metà del Novecento con il grande sviluppo dell’industria e dell’agricoltura. Da allora, ogni anno, molte migliaia di km2 di foreste vengono distrutte: oggi la foresta dell’Amazzonia è meno del 50% di quella che era nel Cinquecento; le foreste pluviali dell’Indonesia, della Malesia e del Brunei sono state abbattute dell’80%. […]

Si afferma anche che la foresta viene distrutta per ragioni demografiche. Ma non pare che questo motivo sia valido, perché la foresta viene minacciata anche in zone con densità di popolazione relativamente bassa, come nell’Africa equatoriale.

Le foreste pluviali ospitano quasi la metà delle specie animali e vegetali della Terra. Per questo sono chiamate il “polmone verde della Terra”. La distruzione delle foreste tropicali porterebbe all’estinzione di almeno un milione di specie animali e vegetali del pianeta. Ciò rappresenterebbe la maggiore ondata di estinzioni dall’ultima grande glaciazione a oggi.

Le più importanti popolazioni indigene di cacciatori-raccoglitori ancora esistenti – gli indios dell’Amazzonia, i daiacchi del Borneo e altre popolazioni tribali dell’Indonesia e della Nuova Guinea, i pigmei in Africa – sono strettamente legate alle foreste, da cui dipende la loro sopravvivenza.

Senza le foreste pluviali molti terreni diventerebbero sterili, alcuni verrebbero abbandonati e diventerebbero desertici, come è già successo in alcune zone del Sudamerica. Molti altri diventerebbero terre aride con poche tracce di vita, come in alcune parti della Malesia.

La diminuzione delle foreste pluviali provoca un aumento dell’effetto serra. La tecnica del “taglia e brucia”, per rendere fertili i terreni con la cenere che deriva dal disboscamento dell’area, è responsabile di circa il 20% delle emissioni globali di carbonio. Inoltre, contribuisce a un aumento globale dell’anidride carbonica, anch’essa responsabile dell’effetto serra.

da M. Baronio, M. Damiani, Pianeta in gioco 2030, vol. 3, La Scuola, Brescia 2021

Lavoro sul testo
  1. Quali rischi derivano dalla distruzione delle foreste equatoriali?
  2. In quali zone del mondo e per quali motivi le foreste vengono abbattute?
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