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6 Acqua pulita e servizi igienico-sanitari

L’impronta idrica


Conoscete il fabbisogno idrico dei diversi beni che consumate ogni giorno? Dal cibo al tessile, per ogni prodotto il consumo di acqua è impressionante.

L’impronta idrica è un indicatore del volume totale di risorse idriche utilizzate da un paese per produrre i beni e i servizi consumati dagli abitanti della nazione stessa. Comprende l’acqua, prelevata da fiumi, laghi e falde acquifere (acque superficiali e sotterranee), impiegata nei settori agricolo, industriale e domestico e l’acqua delle precipitazioni piovose utilizzata in agricoltura.

L’impronta idrica (water footprint) è analoga a quella ecologica: mentre quest’ultima calcola l’area totale di superficie produttiva necessaria a produrre beni e servizi consumati da una data popolazione, l’impronta idrica calcola il volume totale di risorse idriche necessarie a produrre gli stessi beni e servizi.

[…] L’impronta idrica di un prodotto è costituita dal volume totale, comprendente l’intera catena di produzione, di acqua dolce impiegata per produrre quel bene stesso.

È quindi interessante conoscere il fabbisogno idrico specifico di differenti beni di consumo, soprattutto per le merci che sono a elevata intensità idrica, come prodotti alimentari e bevande. Questa informazione è rilevante non solo per i consumatori, ma anche per i produttori, i trasformatori, distributori, commercianti e altre imprese che svolgono un ruolo centrale nella fornitura di tali prodotti al consumatore.

Per esempio, quando indossiamo una t-shirt (che pesa circa 250 gr), in realtà stiamo indossando anche 2700 litri (l) di acqua. Quando beviamo un bicchiere di vino, beviamo anche 120 l di acqua. Lo stesso per un hamburger, assieme alla carne abbiamo consumato anche 2400 l di acqua.

Tradizionalmente le statistiche sull’uso idrico sono focalizzate sulla misurazione dell’uso diretto e raramente considerano la zona di provenienza di quel volume idrico. Molti problemi idrici dipendono invece dalla disponibilità locale della risorsa e, dunque, le informazioni sull’origine dell’acqua dolce sono essenziali per determinare la salute ambientale o umana e le implicazioni del suo utilizzo.

L’impronta idrica dimostra i legami esistenti tra il consumo di acqua in un luogo e gli impatti sui sistemi di molti altri luoghi del Pianeta. Diversi paesi hanno, infatti, esternalizzato significativamente la propria domanda d’acqua con l’importazione di quei beni ad alta intensità idrica. Ciò determina forti pressioni nelle regioni esportatrici, in cui spesso mancano meccanismi di corretta gestione e conservazione delle risorse idriche.

Per calcolare l’impronta idrica oltre all’acqua direttamente consumata per ottenere un prodotto (materia prima, merce, servizio), occorre considerare anche il volume di acqua necessario per rendere tale prodotto disponibile al consumo (dal reperimento delle materie prime alla loro trasformazione, all’imballaggio, al trasporto), ossia l’acqua virtuale, il flusso nascosto nell’intera catena di approvvigionamento.

Lavoro sul testo
  1. Che cos’è l’impronta idrica?
  2. Hai mai riflettuto sul fatto che il consumo di acqua riguarda non solo i prodotti agroalimentari, ma anche il settore dell’abbigliamento?
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